di Marcella Pace
Un viaggio da nord a sud Italia, passando per le regioni centrali, dalla culla del Prosecco, alla vulcanicità dei siciliani, dalle grotte sotterranee pugliesi, ai fondali marini sparsi per l’Italia in cui affinano le bottiglie, e ancora tra i lambruschi emiliani, e le bollicine delle Langhe che raccontano l’altra faccia delle uve di Nebbiolo.

Torna per il terzo anno consecutivo Abruzzo in Bolla, l’evento dedicato alla spumantizzazione italiana, ideato da Virtù Quotidiane con il suo direttore Marco Signori e con il patrocinio di Consorzio Tutela vini d’Abruzzo, il sostegno del Gal Gran Sasso Velino e la partnership di tanti sponsor privati. La location è Palazzo dell’Emiciclo all’Aquila che per tre giorni, dal 21 al 23 giugno, ospiterà banchi d’assaggio, masterclass, talk. Tutto con un unico grande protagonista, la spumantistica italiana.
Marco Signori, com’è nata l’idea di Abruzzo in Bolla?
“Oggi le bollicine trainano il mondo del vino, ma su di esse c’è sempre troppa poca cultura. Si tende a generalizzare, classificando tutto come Prosecco o Champagne, ma le sfumature nel mondo effervescente italiano sono ampissime. Vogliamo raccontarle e lo facciamo grazie ai produttori che anno dopo anno ci stanno dando fiducia e che macineranno chilometri, attraversando letteralmente lo stivale, per ritrovarsi all’Aquila che per tre giorni diventerà il fulcro della spumantistica italiana”.
Tante le novità della terza edizione, a cominciare dai numeri: 42 cantine presenti, delle quali 16 fuori Abruzzo. Le altre?
“Quest’anno abbiamo arricchito l’evento di prestigiose collaborazioni. Quella con Exellence Sidi, la società di importatori e distributori che organizza ogni anno “Champagne Experience”, grazie alla quale sono previste due esclusive masterclass sul celebre vino francese. La prima “Il Millesimato, perché gli anni contano” è in programma la domenica, la seconda “Tutte le sfumature e l’eleganza dello Chardonnay”. E poi quella con Bubble’s Italia e Andrea Zanfi che curerà due talk di Bubble’s on the road, il sabato e poi la domenica. Per noi Spumantitalia è stata di grande ispirazione. Tornano poi i talk, anche grazie ad Antonio Paolini che ha sposato a pieno il nostro progetto e contribuisce con contenuti unici e ospiti di rilievo nazionale, e si rafforza la collaborazione con l’Unione regionale cuochi e l’associazione Maitre D’ del professor Vincenzo Ambrosini, che non smetterò mai di ringraziare”.
A quale target si rivolge la manifestazione?
“A tutti. Abbiamo pensato alla prima giornata, il sabato, come una serata di festa in modo da avvicinare il più possibile anche i giovani. Poi abbiamo organizzato una masterclass alla portata di tutti, sull’abc delle bollicine, condotta da Massimo Iafrate, per scardinare quella terribile abitudine di chiedere il calice di “prosecco” intendendo qualsiasi tipo di bolla. Ma abbiamo pensato anche al canale horeca, per il quale ci sarà la giornata del lunedì. Tutti gli operatori potranno partecipare gratuitamente, basta iscriversi sul sito www.abruzzoinbolla.it, e sarà per loro un’occasione unica per entrare in contatto direttamente coi produttori, un momento b2b sempre più ricercato sia dalle aziende che dai loro clienti. E poi nel mezzo ci sono ovviamente gli appassionati, per i quali abbiamo pensato a talk e degustazioni condotte da giornalisti enogastronomici di peso, come Paolini e Massimo Di Cintio.
Tre anni di evento e la crescita è stata repentina. Cosa si aspetta dalla edizione 2025?
“L’organizzazione ci ha già regalato enormi soddisfazioni: tanti sponsor privati che ci hanno voluto supportare, le cantine aderenti più che raddoppiate. Un programma di talk e degustazioni sempre più ampio. Quello che spero è che davvero ci si approcci a questo tipo di prodotto con maggiore consapevolezza. Ma auspico anche che Abruzzo in Bolla possa essere fonte di riflessione per i produttori. Oggi ritengo che in tanti scelgono di fare bollicine solo per ampliare la gamma. Non credono veramente in questo prodotto e il fatto che ad esempio siano davvero pochi gli spumanti, in Abruzzo, che si fregiano del bollino della Doc, pur avendo tutti i requisiti per entrare nel disciplinare, restando fuori dalle attività di promozione del Consorzio, ne è dimostrazione”.


