Così lo hanno interpretato i produttori aggregatesi nell’associazione fondata per valorizzare l’idea di produrre un vino territoriale a base di Grignolino che si identificasse sotto un unico nome come Monferace. Sono una dozzina di cantine locate tra le colline e castelli del Monferrato all’interno di quel territorio divenuto patrimonio dall’UNESCO.
Lo stimolo che le ha coinvolte è stato quello di dare valore ha ciò che sanno fare: vino. Come sappiamo di vin se ne fa molto, direi ovunque, ma unirsi per fare un percorso all’unisono alla ricerca dell’eccellenza è cosa da prendere in seria considerazione soprattutto se la cosa riguarda un prodotto antico, prodotto con un vitigno prestigioso, caduto ahimè un po’ in disuso per colpe varie che meriterebbero di essere analizzate a fondo per capirne le ragioni. Ben venga quindi l’idea di realizzare una selezione di Grignolino realizzati in particelle particolari del Monferrato; sbocciata nel 2015, l’intento era quello di valorizzare questo vino “mordace” puntando su una logica produttiva basata su una visione strategica collettiva fondata su reali valori ampelografici, geologici, storici e tradizionali. Al centro c’è il tema della longevità, un valore aggiunto prima che perno del racconto dei Monferace, vini in grado di attraversare il tempo attraverso il riposo in botte e in bottiglia. Un progetto che, più che ambizioso è coraggioso perché richiede passione, investimenti, cocciutaggine, ma soprattutto conoscenza e cultura. Un mix complesso che necessita di conoscere quale sia la reale potenzialità di ogni associato e come lo stesso sia in grado di affrontare una simile sfida. Non conta la materia prima utilizzata, che dalla degustazione sembra non ancora del tutto esplorata, non conta la solo la tecnica, ma la convinzione che la direzione da intraprendere deve essere quella decisa e condivisa per non andare ognuno per la propria strada. Investire in quei saliscendi di vigneti posti tra Casale Monferrato, Alessandria e Asti, cercando di ridare dignità a un vino che per secoli fu amato e ricercato in tutte le corti italiane ed europee, oltre che da personaggi illustri, ha un senso solo se non ci si arrende. Una filosofia produttiva e vitivinicola che s’ispira al passato per essere moderna, e che necessiterà di ulteriori approfondimenti oltre a quelli verificati nella degustazione andata in scena lo scorso 2 ottobre al Castello di Ponzano, sede dell’Associazione, di undici Grignolino invecchiati in legno, almeno 48 mesi. Un momento aggregante e di confronto che accresce il bagaglio di esperienza di ognuno di noi, sfugge alla presunzione delle nostre conoscenze lasciando a volte un po perplessi davanti ai risultati dei bicchieri. Resta comunque alta l’attesa di scoprire di quanta nobiltà ed eleganza ci sia nel Monferace.
In conclusione, rispetto ai Grignolini assaggiati, si percepisce che i produttori hanno ben chiaro dove vogliono andare. Se per tutti i vini la longevità deve essere il valore assoluto, allora vendemmia, gli aspetti geologici, i protocolli operativi in vigneto e in cantina e il tempo trascorso del vino in bottiglia prima della sua presentazione, devono essere uguali per tutti. Sono elementi che impattano sullo “stile”, e lo sono ancora di più per le uve del Grignolino. Per questo l’Associazione ha scritto un proprio protocollo di produzione, l’eccellenza si raggiunge anche con la condivisione e lo scambio delle idee. Solo così si possono ottenere risultati estremamente interessanti.
Monferace è un vino raro, difficile, fatto solo nelle annate migliori; non per tutti e non per tutte le tasche. Se è questo il fascino che si vuole attribuire al Monferace, c’è tanto da lavorare, ma la strada è tracciata ed è quella giusta.
Cinque Quinti
Grignolino Monferrato e 2021 (prova di botte)
Mi piace il colore di questo Monferace, con un rosso tenue, leggero, quasi “trasparente” che si accompagna a note aranciate. Al naso risulta chiuso, riduttivo, con lievi sentori di ciliegie sotto spirito, spezie, pepe bianco e curcuma. In bocca l’acidità è pungente, giovane e spigoloso come un campione di botte. Lasciamogli il tempo per vedere l’evoluzione.
Cantina Alemat
Annata 2019 - Acidità 6.9 – PH 3.4
Colore affascinante con un anello aranciato. Al naso la riduzione chiude i profumi iniziali, che si evolvono in ciliegie sotto spirito, melagrana, rosa canina e spezie. In bocca è verticale, sapido, acido, ancora nervoso, con una struttura da affinare.
Tenuta La Tenaglia
Annata 2019 - Acidità 5,6 PH 3,4
Il rosso tenue ha sfumature più scure. Il vino si apre a note morbide, fruttate e speziate dopo la riduzione. In bocca è complesso, croccante, equilibrato con un rapporto fra acidità e PH che rende il vino carezzevole.
Casina Faletta
Annata 2019 - Acidità 7.0 – PH 3.6
Colore rosso tenue con un anello aranciato. Note fruttate di mirtilli, ciliegie e speziate al naso. In bocca è ricco e fiorito, con un buon dialogo fra le componenti. La freschezza e la sapidità gli conferiscono longevità.
Cantina Angelini Paolo
Annata 2019 - Acidità 7.6 - PH 3.42 - Vol 14,5°
Colore incisivo grazie a una macerazione prolungata. Al naso ciliegie, melograno, frutti di bosco e una vena tostata. In bocca è sapido, fresco, con tannini morbidi. Lungo e persistente.
Cantina Sulin
Annata 2019 - Acidità 5,5 - PH 3.4 - Vol 14,0
Colore rosso vivo, al naso risulta fresco e giovane con note di viola, frutti, spezie e mentuccia. In bocca è leggero, croccante e mordace. Già pronto per essere bevuto con una buona persistenza.
Accornero
Annata 2018 - Acidità 6,22 - PH 3.5 - Vol 15°
Vino rosso vivo ottenuto da una lunga macerazione e affinamento in barrique. Al naso note di fiori, frutti e spezie orientali. In bocca tannini ben armonizzati con acidità e sapidità. Lungo e persistente.
Santa Caterina
Annata 2019 - Acidità 6,7 - PH 3,45 - Vol 14,5
Vino rosso rubino ottenuto da una lunga macerazione e affinamento in barrique. Al naso si presenta complesso con note di fragola, ciliegie, prugne e spezie. In bocca concentrato, fresco, interessante.
Vicara
Annata 2017 - Acidità 6 - PH 3,3 - Vol 14.5
Macerazione pellicolare prolungata e affinamento in legno. Vino di colore rosso intenso, al naso concentrato con sentori di frutti disidratati e spezie orientali. In bocca magro, diretto e sostenuto da buona acidità e tannini morbidi.
Liedholm
Annata 2018 - Acidità 5,6 - PH 3,44 - Vol 14.5
Macerazione pellicolare lunga con sentori di ciliegie, prugna, erbe officinali e rabarbaro. In bocca è corposo, armonioso con una buona freschezza ed eleganza. Uno dei migliori campioni assaggiati.
Fattoria Natta
Annata 2018 - Acidità 5,69 - PH 3,68 - Vol 14.00
Monferace piacevole al naso con note di menta, timo, frutta rossa e spezie. In bocca tannini morbidi, buona acidità e una piacevole persistenza.