Bubble’s on the road e Abruzzo in bolla

Bubble’s on the Road ha partecipato alla terza edizione di Abruzzo in Bolla tenutasi all’Aquila lo scorso mese di giugno. Per il magazine è stata l’occasione per degustare numerose bollicine regionali al fine di valutare lo stato dell’arte della spumantistica abruzzese.

Un evento al quale, sin dalla sua prima edizione, abbiamo voluto dare il nostro sostegno e che ha confermato anche quest’anno la qualità organizzativa della VQ Comunicazione srls, società aquilana che, tra l’altro, edita Virtù Quotidiane, testata web di riferimento del settore enogastronomico regionale.

All’interno del programma della due giorni, ricca di incontri e banchi di assaggio, l’editore e ispiratore di Bubble’s, Andrea Zanfi, ha condotto alcune Masterclass durante le quali ha potuto riflettere sulle difficoltà e sulle opportunità del fare spumanti in Abruzzo.

La presenza di un numero sempre maggiore di aziende partecipanti alla manifestazione ha dato ancora più valore all’evento, invogliando la nostra testata giornalistica ad analizzare e valutare le proposte enologiche di circa una trentina di cantine, alcune delle quali proponevano più etichette di Metodo Italiano e Metodo Classico. La risultanza della disamina ha evidenziato una netta spaccatura fra le aziende che sembrano produrre spumanti solo per ampliare la propria offerta commerciale, presenti in un numero consistente, e chi invece, si percepisce, stia puntando in modo deciso e costruttivo sul tema Bolle, presentando vini di ottima qualità. Nel mezzo ci sono state aziende che continuano a proporre, dopo anni, ancora spumanti tecnici ma anonimi, e altre che hanno proposto vini problematici e non in linea con le aspettative minime in termini tecnici che ci si aspetterebbe da chi si cimenta con l’arte della spumantizzazione.

Il problema maggiore è stato riscontrare la scarsa attenzione nella valutazione qualitativa delle vendemmie e quindi dei frutti utilizzati, nella semplificazione di processi vitivinicoli che invece avrebbero richiesto correzioni in base alla vendemmia, almeno sull’acidità e grassezza dei frutti, e anche una visione di quale avrebbe potuto essere il risultato finale nella spumantizzazione. Era necessario pensare che immettere sul mercato prodotti con problemi di questo genere non avrebbe giovato né alle cantine né al sistema Abruzzo, inducendoci a pensare, come Bubble’s, che fine avessero fatto la verve e il nerbo spumantistico di certi vitigni autoctoni abruzzesi.

Dopo un’osservazione settennale del sistema spumantistico abruzzese ci auspicavamo che l’asticella qualitativa della proposta si alzasse più rapidamente di quanto invece stia facendo. Una grande viticoltura abbinata a grandi vitigni non può procedere a piccoli passi, come invece sta facendo.
Una viticoltura arricchitasi di esperienza decennale, di ricerche su nuovi cloni e sistemi di allevamento, modellando gli aspetti agronomici e botanici, non deve commettere l’errore di considerare la spumantistica figlia di un Dio minore.

La spumantizzazione è un’arte che richiede scienza ed esperienza.
Fare Bolle vuol dire fare un mestiere diverso dal vignaiolo.

La metodologia agronomica applicata su un vigneto dedicato alla produzione di spumanti, a prescindere si decida di produrre un Metodo Italiano o un Metodo Classico, è diversa da quella utilizzata per i vini fermi, e non è sufficiente neanche anticipare la vendemmia per centrare l’obiettivo. È necessario chiarire che noi, come Bubble’s, partiamo dalla consapevolezza che quando si stappa uno Spumante debba sorgere il dubbio sull’incontro che andremo a fare; il “dubbio”, come sostiene Socrate, “sospende il giudizio”, ma solo consigli attraverso una critica costruttiva che comunque dobbiamo fare domandando alle cantine cosa avrebbero potuto fare per migliorare i prodotti proposti. Sarebbe stato sufficiente accertarsi che le uve scelte provenissero da un vigneto vocato ed esclusivamente dedicato allo scopo di produrre Spumanti? Forse sarebbe stato molto meglio.

I valori della maturazione delle uve erano conformi al loro utilizzo per una spumantizzazione?
Degustando una decina di campioni ci è sorto il dubbio che lo fossero.

Per ottenere degli ottimi Spumanti, l’uva deve raggiungere un indice di maturazione perfetto mantenendo rigorosamente sotto controllo gli zuccheri, il grado alcolico, l’acidità e il pH, oltre a tanti altri elementi che ne definiscono il valore di trasformazione. L’insufficiente maturazione delle uve marca il vino con un eccesso di acidità, contribuendo non solo ad aumentare il rischio di una maggiore “nervosità” e percezione gustativa di “magrezza” in bocca, ma anche l’acidità bassa combinata a un pH elevato induce fermentazioni molto rapide con temperature difficili da controllare, che a loro volta portano alla perdita di aromi primari e alla caratterizzazione di sentori fermentativi, che danno scarsa finezza ed eleganza, ma anche una maggiore intensità aromatica di “grassezza” che potrebbe sfociare in un’eccessiva “impronta” varietale, inducendo spesso a scarsa verticalità e lunghezza gustativa. In questo aspetto tecnico incide molto la stagionalità? Certamente, ma ancor di più una scarsa attenzione all’andamento climatico e vegetativo della pianta.

È chiaro che diverse aziende non hanno avuto questa attenzione.

Alcuni vini degustati si sono rivelati di un livello qualitativo non accettabile: riscontrando difetti tecnici inspiegabili sia dal punto di vista fruttifero, della gestione dei lieviti di fermentazione, dell’effervescenza e dell’assenza di un minimo equilibrio.
Un’analisi che potremmo attribuire alla mancanza di cultura spumantistica.

Ma vogliamo presupporre invece che vi sia stata superficialità e disattenzione nella raccolta e lavorazione delle uve; inoltre, in certi casi, affidare a terzi la produzione di spumanti aziendali può essere un grande vantaggio solo se l’interlocutore scelto gode di stima e reputazione a livello nazionale.
La banalizzazione è dietro l’angolo e non giova alle aziende.

Dateci quanto prima degli Spumanti da essere ricordati, che aumentino il numero di quelle aziende che hanno intrapreso un percorso ben chiaro. Non abbiate timore a emularle. Si costruisce innovazione anche comprendendo gli errori e le cose che sono da migliorare.
Non sono tre o quattro aziende che possono far parlare degli spumanti abruzzesi.
La crescita del movimento spumantistico regionale può partire da un numero importante di attori.

Le aziende abruzzesi degustate:

• Agricola Olivia
• Biagi
• Cantina Tollo
• Casal Thaulero
• Centorame
• Ciccone
• Citra
• Collefrisio
• Dora Sarchese
• Faraone
• Feudo Antico
• Guerino Pescara Pevì
• I Fauri
• Iovenitti
• Legonziano
• Nododivino
• Orsogna
• Piandimare
• Poderi Costantini
• San Lorenzo
• Tenuta Ulisse
• Terra di Ea
• Vigna di More
• Vignamadre
• Vinarte
• Vinea Maris

Photo credits Lorenzo Scimia

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